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Informazioni su ionoi famiglia

Associazione culturale di promozione sociale, finalizzata al sostegno, alla tutela ed alla valorizzazione della famiglia e dei suoi singoli componenti.

Tecnologie in famiglia

Tra fine gennaio e marzo 2019 si è svolto Tecnologie in famiglia, un ciclo di sei incontri promosso dal Comune di Reggio Emilia in collaborazione con l’Assessora Valeria Montanari, rivolto a genitori e figli per affrontare insieme temi legati all’utilizzo del web, dei social network e del digitale in genere.

Ecco alcuni spunti tratti dall’intervista di Reggio Ci Sa Fare

Da dove nasce l’idea di questo progetto?

La nostra associazione culturale e di promozione sociale è nata nel 2014 con l’obiettivo di offrire un supporto multi-professionale e multi-disciplinare, mettendo insieme le competenze delle tre fondatrici per affrontare le varie situazioni di crisi che si possono presentare nella quotidianità delle famiglie. Ad esempio le separazioni, il rapporto con i figli, il bullismo e anche il cyberbullismo. Il progetto “Tecnologie in famiglia”, in particolare, è nato in seguito ad alcuni laboratori svolti dal 2016 sui temi del digitale e del web. In quell’occasione ci siamo resi conto che esistevano diversi fenomeni da affrontare e che andava fatto con una certa urgenza, in un momento storico importante in cui si assiste a una rivoluzione silente. Pensiamo ad esempio agli aspetti delicatissimi relativi alla reputazione online o agli atteggiamenti violenti tenuti sui social media. L’approccio è approfondire i temi dell’educazione al digitale con particolare attenzione alla prevenzione di comportamenti illeciti e dare qualche strumento utile per sapere cosa fare nel caso si presentino delle criticità.

Perché nei vostri incontri adulti e ragazzi si ritrovano insieme?

Gli adulti si trovano in difficoltà nel gestire il gap generazionale con i figli, nativi digitali. Essi finiscono per avere un ruolo di “immigrati digitali” e si trovano sempre di rincorsa nel colmare la distanza con i più giovani. I ragazzi sono velocissimi con le tecnologie ma hanno soprattutto competenze tecniche ed emulano gli adulti fin dalla tenerissima età nell’uso dei dispositivi. Quello che manca loro, in questo ambito, sono invece le competenze emotive e valoriali. In genere l’atteggiamento degli adulti verso i figli che usano le tecnologie digitali è o di estremo permissivismo o di ansia che genera proibizione. L’adulto invece non può abdicare al proprio ruolo di guida e deve continuare a farlo anche su un terreno in cui non sempre è preparato, diventando anche educatore digitale per aiutare i giovani a usare le tecnologie in maniera critica, senza inutili proibizioni. Per questo abbiamo pensato che il modo migliore fosse fare incontrare le generazioni in occasioni in cui si dialoga molto e in cui si fanno anche esperienze coinvolgenti sia per gli adulti che per i ragazzi. Questa è la caratteristica che riteniamo più innovativa nel nostro progetto.

È stato raggiunto qualche risultato?

Si arriva sempre a cambiare qualche atteggiamento, da una parte e dall’altra. Ad esempio durante l’incontro dedicato ai videogiochi molti adulti hanno avuto la riprova che essi non sono necessariamente pericolosi e che, anzi, molto spesso stimolano ragionamenti e competenze. Molte convinzioni andrebbero abbattute ed esplorare insieme ai figli è la soluzione più opportuna. Una cosa che ci hanno detto diversi ragazzi dopo quell’incontro può dare l’idea delle conquiste che si possono ottenere: “Da quando giochiamo insieme è tutto molto più divertente”. C’è ancora tanto da fare ma pensiamo di essere sulla strada giusta perché i ragazzi hanno molta voglia di parlare di questi temi, se ascoltati senza pregiudizio. I nostri incontri sono l’occasione per fare tutto questo.

 

Non ci resta che ringraziare di cuore tutti coloro che hanno partecipato.

Un grazie particolare al Comune di Reggio Emilia, all’Assessora Valeria Montanari – che ha sempre trovato il tempo per aprire i nostri incontri, e a tutti i relatori: Lara Oliveti – co-founder, partner and CEO di Melazeta srl, azienda che produce videogiochi, tra le prime in Italia; Maria Rosaria Nardone – ricercatrice Università di Bologna, Dip. Scienze dell’Educazione;  Nick Giacché – co-founder di Impact Hub RE, il co-working nato per primo a Reggio Emilia e centro di scambi culturali e professionali in ambito digitale; Matteo De Benedittis – insegnante scuola secondaria di II grado, autore; Nario Innella – insegnante responsabile per diversi anni del progetto Bullismo e Disagio; Enrico Marani – docente di Arte nella scuola secondaria di I grado; Ilenia Melli – docente di Matematica nella scuola di secondaria di I grado

Alla prossima!

I VANTAGGI DELLA MEDIAZIONE FAMILIARE

ARTICOLI PER LA PAGINA FB

La mediazione è una modalità di accompagnamento dei genitori che stanno attraversando la difficile fase della separazione/divorzio grazie al riconoscimento e alla valorizzazione delle loro competenze e di attivare interventi a sostegno della genitorialità con la convinzione che la promozione delle risorse presenti, delle reti che funzionano, dei legami che proteggono possano rappresentare la migliore strategia di prevenzione di future situazioni di disagio individuale e sociale.

Sostegno non come azione suppletiva o sostitutiva a favore di mamme e papà in crisi, ma come occasione per la costruzione di un “sapere” che è già insito in loro, di un potenziamento delle competenze, e di una routine quotidiana da mettere a disposizione dei figli: “si possono raggiungere ottimi risultati utilizzando ciò che la gente sente, pensa o fa, costruendo, a partire da questa premessa, una base di discussione o di insegnamento per ottenere una comprensione più ampia. In questo modo l’informazione circola e chi ascolta non perderà la fiducia in se stesso.. per occuparsi dei problemi veri e propri è meglio aspettare il momento in cui le persone si rendono conto che siamo lì per aiutarle. Possiamo parlare delle loro difficoltà, di quello che stanno facendo, di ciò che si aspettano, ma non per questo dobbiamo dire loro che cosa fare”

(Donald W.Winnicot, Colloqui con i genitori, pagg. 4,5)

In via riassuntiva

  • aiuta i coniugi a separarsi in via consensuale;
  • permette un notevole risparmio dei costi del divorzio sia dal punto di vista psicologico che economico;
  • consente di raggiungere accordi durevoli perché più condivisi e dunque più rispettati nel tempo, soddisfacenti per tutti i membri del nucleo familiare;
  • aiuta la coppia che si separa a rimanere unita nell’esercizio della funzione genitoriale per la crescita sana ed equilibrata dei figli;
  • aiuta a non patologizzare la separazione ma a vederla come un evento certamente non desiderabile e portatore di fatica e sofferenza che, se gestita e sostenuta adeguatamente, può essere affrontata e condotta positivamente.

La mediazione familiare, infine, rappresenta il modo migliore per i minori di vedere tutelati i loro diritti, bisogni ed interessi: se infatti il mediatore non interviene in merito al contenuto degli accordi, sui quali soltanto i coniugi hanno diritto di parola, egli ha comunque il diritto di opporsi a quelle decisioni che con evidenza minacciano l’interesse dei bambini. Sono allora i figli, terzi assenti nel processo di mediazione, beneficiari privilegiati di questo tipo di intervento.

Per domande, chiarimenti o richiesta di appuntamenti:

Dott.ssa Mariafrancesca Sidoli – mediatrice familiare e scolastica 3471540898

 

LA MEDIAZIONE FAMILIARE: breve orientamento

ARTICOLI PER LA PAGINA FB

La mediazione familiare è spesso poco conosciuta o confusa con altre pratiche professionali. In maniera concreta e sintetica, ne traccerò i confini affinché si possa conoscere, consapevolmente valutare e scegliere.

A CHI SI RIVOLGE?

  • Principalmente ad una mamma ed un papà con figli di minore età (0-18 anni o maggiorenni conviventi) che stanno attraversando una profonda crisi coniugale/di coppia e stanno valutando la possibilità di separarsi;
  • a coppie già separate il cui livello di conflittualità è talmente alto e disperante da impedire un sereno svolgimento dei propri ruoli genitoriali;
  • alla coppia già separata quando gli accordi non risultano soddisfacenti o sono da aggiornare o vi sono conflitti ancora aperti che si vogliono risolvere;
  • alla coppia che è già separata/divorziata quando c’è conflitto tra i componenti della famiglia ricomposta (nuovi partner, famiglia di origine, figli dei nuovi compagni, ecc.).

OBIETTIVI GENERALI

  • raggiungimento dell’accordo di separazione, che rappresenti effettivamente l’espressione degli interessi e bisogni della coppia genitoriale e dei figli;
  • mantenimento del ruolo genitoriale, affinché i figli possano contare su due genitori che pur separati coordinino la loro funzione educativa;
  • la riappropriazione della capacità di comunicare, decidere e riorganizzare autonomamente ed in prima persona le relazioni familiari in vista o a seguito della rottura del legame affettivo;
  • la capacità della coppia genitoriale di gestire autonomamente e responsabilmente il conflitto che li vede coinvolti, decidendo per se stessi e per i figli.

OBIETTIVI DI PERCORSO:

  • far confrontare la mamma e il papà rispetto alla organizzazione della famiglia in vista della separazione, mantenendo uno sguardo centrale sui bisogni e sul benessere dei figli;
  • far confrontare i genitori rispetto ai tempi e fasi della separazione, in considerazione della specificità della propria famiglia (ci sono già dei cambiamenti in atto, una casa da affittare, un rientro in casa dei genitori da organizzare, questioni di lavoro da valutare..);
  • far sperimentare diverse soluzioni su di un tema specifico, mantenendo flessibilità rispetto alla decisione finale (ad esempio, rispetto alle giornate di frequentazione dei figli, modificando e soluzionando il programma rispetto a ciò che si è sperimentato);
  • riconoscere l’altro: nel suo dolore, nel suo ruolo genitoriale. Riconoscere le risorse positive che si possono mettere in atto e valorizzarle.

LA MEDIAZIONE NON E’

  • un percorso finalizzato alla riconciliazione: se entrambi i genitori dovessero manifestare dubbi rispetto alla decisione di separarsi, il mediatore può proporre l’invio in terapia di coppia al professionista competente e conclude gli incontri di mediazione.
  • una consulenza legale: la coppia dovrà essere sempre affiancata dal proprio legale di riferimento (uno per entrambi o due per ciascuno, a seconda delle loro scelte), il quale avrà il compito di sostenere il percorso; partecipare, se lo riterrà, agli incontri dedicati ai temi individuati; fornire consulenze; redigere e formalizzare gli accordi finali di separazione/divorzio.
  • terapia o consulenza psicologica: il percorso di mediazione è rivolto al cambiamento ed a tutte quelle azioni che lo possono sostenere; il dolore e la fatica sono sentimenti che trovano accoglimento ma qualora fossero predominanti ed impedissero l’evoluzione nella separazione, il mediatore può valutare, assieme ai genitori, se sospendere gli incontri ed inviare al professionista competente o suggerire un percorso parallelo a quello di mediazione.

Per domande, chiarimenti o richiesta di appuntamenti:

Dott.ssa Mariafrancesca Sidoli – mediatrice familiare e scolastica 3471540898

 

19 ottobre 2017: VIII GIORNATA NAZIONALE DELLA MEDIAZIONE FAMILIARE

Fra le varie figure professionali che possono essere attivate allorquando interviene la crisi della famiglia, troviamo il mediatore familiare e lo psicoterapeuta.

Cerchiamo di capire, in breve, gli ambiti di intervento e i confini fra le due professioni.

La pratica della mediazione familiare si inscrive, nell’ ambito di quegli strumenti, di origine anglosassone, finalizzati alla gestione e risoluzione delle controversie, detti ADR (Alternative Dispute Resolution) e comprendenti tutti quei processi di composizione che propongono una gestione non giurisdizionalizzata del conflitto. La mediazione familiare è un intervento rivolto alle famiglie in crisi per la realizzazione dell’accordo di separazione/divorzio, in vista della riorganizzazione familiare, valorizzando gli interessi delle parti e tutelando la centralità del minore. Il punto di forza più importante del processo mediativo sta nel fatto che gli accordi di separazione o divorzio sono voluti dalle parti e dalle stesse posti in essere, e ciò non può che rappresentare la maggiore garanzia possibile per il rispetto nel tempo futuro dei relativi contenuti.

Si rivolge:

  • a coppie sposate o conviventi con figli minori o maggiorenni non autosufficienti;
  • al partner deciso a separarsi, nelle situazioni nelle quali l’altro non lo accetta;
  • ad entrambi i coniugi quando sono decisi a separarsi ma ci sono conflitti che impediscono di prendere accordi;
  • alla coppia già separata quando gli accordi non risultano soddisfacenti o sono da aggiornare o vi sono conflitti ancora aperti che si vogliono risolvere;
  • alla coppia che è già separata/divorziata quando c’è conflitto tra i componenti della famiglia ricomposta (nuovi partner, famiglia di origine, figli dei nuovi compagni, ecc.).

OBIETTIVI:

  • raggiungimento dell’accordo di separazione, che rappresenti effettivamente l’espressione degli interessi e bisogni della coppia genitoriale e dei figli;
  • mantenimento del ruolo genitoriale, affinché i figli possano contare su due genitori che pur separati coordinino la loro funzione educativa:
  • la riappropriazione della capacità di comunicare, decidere e riorganizzare autonomamente ed in prima persona le relazioni familiari in vista o a seguito della rottura del legame affettivo;
  • la capacità della coppia genitoriale di gestire autonomamente e responsabilmente il conflitto che li vede coinvolti, decidendo per se stessi e per i figli.

La pratica della mediazione familiare va tenuta distinta dagli interventi di psicoterapia.

Mediatore familiare e psicoterapeuta sono figure professionali specializzate che necessitano di percorsi formativi qualificati. Lo psicoterapeuta è uno psicologo (o un medico) che, dopo la laurea, ha frequentato una scuola quadriennale in psicoterapia. Il mediatore familiare, dopo aver conseguimento una laurea in una delle seguenti aree: Psicologia, Giurisprudenza, Servizi sociali, Sociologia,  Scienze della formazione  e/o dell’educazione, frequenta un corso di alta formazione o master in mediazione familiare riconosciuto dalle principali Associazioni di categoria (AIMEF o SIMEF), affinché possa essere iscritto negli albi, secondo la normativa di cui alla legge 4/2013.
La psicoterapia di coppia può essere definita come un percorso che permette alla coppia (due persone dotate di sistemi conoscitivi individuali che scelgono di crescere e condividere la propria esperienza con un altro individuo, al fine di arricchire e integrare il proprio sistema e la relazione) di raggiungere un nuovo equilibrio. L’obiettivo finale non è quello di mantenere unita la coppia ma di capire quale può essere la migliore delle soluzioni per quella specifica coppia. A tal fine, da un punto di vista neutrale e flessibile, lo psicoterapeuta cerca di potenziare nei membri della coppia la capacità di interpretare la visione altrui della realtà, il riconoscimento e l’accettazione delle differenze reciproche. Il percorso si concentra dunque sui vissuti emotivi e sui pensieri portati dalla coppia, cercando di comprendere come le teorie e i vissuti personali entrano in gioco in modo disfunzionale nelle dinamiche interpersonali.

Il mediatore familiare:

  • agisce su richiesta volontaria delle parti quando la crisi familiare ha raggiunto quel livello di profondità tale da determinare la rottura del legame: non è finalizzata a far riconciliare la coppia
  • non esplora in modo approfondito situazioni, sentimenti e percezioni relative al passato della coppia, in quanto caratteristiche specifiche della mediazione sono proprio la brevità, l’intensità e la praticità della ricerca di soluzioni concrete volte ad aiutare i coniugi nel difficile compito di riorganizzare la propria vita e quella dei propri figli
  • non interviene in veste di consulente ma come facilitatore della comunicazione, terzo e neutrale
  • non può rilasciare testimonianza di quanto raccolto dai colloqui con i genitori, durante un eventuale procedimento contenzioso di separazione/divorzio.

Laboratori

Ecco la lista di alcuni dei nostri laboratori:

PREPARIAMOCI ALL’INVERNO
Laboratorio teorico e pratico di erboristeria domestica. Come realizzare melliti, tinture, sciroppi e tisane che fanno bene a grandi e piccini.

REGALIAMOCI IL NATALE
Genitori e bambini preparano insieme la corona dell’avvento, una tradizione natalizia tipica soprattutto dei paesi di cultura anglosassone e germanica.

MAMMA E PAPA’ OGGI CUCINO CON VOI!
Laboratorio di cucina naturale con genitori e bambini.

CAKE DESIGN
Laboratorio di cake design per genitori e bambini.

SENTIRSI BENE DOPO I PRIMI QUARANT’ANNI
Alimentazione, stili di vita e rimedi naturali per vivere in modo armonioso la seconda primavera.

ANDAR PER ERBE
Passeggiata alla scoperta delle piante spontanee, officinali e commestibili. Divertimento assicurato per grandi e piccini.

UNA VALIGIA DI COSMETICI FAI DA TE
Laboratorio pratico e suggerimenti utili per mettere in valigia prodotti sicuri e eco-friendly.

PREPARIAMOCI ALL’ESTATE
Consigli della medicina tradizionale cinese per un’alimentazione sana e leggera: suggerimenti utili e degustazione di finger food

La prenotazione è obbligatoria.

Per info e prenotazioni ionoifamiglia@gmail.com +39 370 3045259

 

 

E se Pinocchio fossi io?

All’interno del percorso “NESSUNO FUORI: conoscere ed affrontare il bullismo”, Sabato 17 Settembre ionoifamiglia vi invita ad un imperdibile evento di fine estate:

NONNI VI LEGGO UNA STORIA. E SE PINOCCHIO FOSSI IO?

Bambini e nonni si uniscono per leggere insieme e aiutare Pinocchio ad affrontare il Gatto e la Volpe. I capitoli di Collodi ci aiutano ad affrontare indirettamente il tema del bullismo, fornendo spunti stimolanti per la condivisione di storie e aneddoti personali sugli incontri della vita.

Stiamo cercando dieci piccoli lettori dagli 8 ai 12 anni, CONTATTACI!
ionoifamiglia@gmail.com
370 3045259

Programma del 17 Settembre:
16.15 arrivo dei partecipanti
16.30 inizio delle letture
17.15 “E se Pinocchio fossi io?” condivisione di esperienze
18.00 MERENDA per tutti!

Target lettori: bambini dagli 8 ai 12 anni
Target uditori: tutti! (dai 6 anni in su!)

Dove:  Cooperativa Calicanto (Fondazione Simonini) zona Buco del Signore, in Via Merulo, 9 a Reggio Emilia.

E’ previsto un incontro gratuito di lettura espressiva con i piccoli lettori Sabato 10 Settembre (in collaborazione con l’Associazione La Bottega Creativa di Amélie). In caso di pioggia l’evento sarà rimandato al 24 settembre.

https://www.facebook.com/events/256137228092402/

Bullismo e Dislessia

Il 24 Maggio scorso, presso la Sala Zavattini, in via F.lli Cervi n.70 a Pieve (RE), si è tenuto un interessante incontro su Dislessia e Bullismo, organizzato dall’Associazione Italiana Dislessia – Sezione Reggio Emilia.

Sono intervenuti:

  • Dr. Fulvio Fantozzi (Medico Specialista in Medicina Legale e delle Assicurazioni, Esperto in Medicina delle Dipendenza. Vice-presidente Associazione ONLUS Therapon)
  • Dr. Francesco Argento (Psicologo, Psicoterapeuta. Presidente Associazione ONLUS Therapon)
  • Dr.ssa Daniela Beltrami (Psicologa, Psicoterapeuta in formazione. Socia Fondatrice Associazione ONLUS Therapon, Vice-presidente Associazione ioNoi Famiglia).

A seguire un breve riassunto dell’intervento della Dr.ssa Beltrami e del Dr. Argento.

Agli insegnanti e ai genitori: “avete tutto sotto i vostri occhi . Occorre solo la voglia di guardare, di vedere davvero”. E ai ragazzi e alle ragazze che vivono questo inferno: “un abbraccio da un fratello che vi dice: tenete duro, un giorno l’inferno finirà”
(Gramellini, M.)

Il bullismo è un’oppressione psicologica o fisica, ripetuta e continuata nel tempo, perpetuata da una persona (o da un gruppo di persone) più potente nei confronti di un’altra percepita come più debole (Farrington, 1993). E’ caratterizzato da intenzionalità, persistenza nel tempo e relazione asimmetrica. Ne esistono forme dirette (picchiare, prendere a calci/pugni, mordere, appropriarsi degli oggetti altrui; minacciare, insultare, offendere, ecc.) e indirette (esclusione dal gruppo, isolamento, diffusioni di pettegolezzi e calunnie, ecc.).

E’ un fenomeno in costante aumento: circa il 50% dei ragazzi riferisce di aver subito un episodio offensivo, non rispettoso e/o violento nei 12 mesi precedenti; il 19.8% è vittima assidua di una delle tipiche azioni di bullismo; il 9.1% riferisce che gli atti di prepotenza si ripetono con cadenza settimanale (ISTAT 2015).

La vittima è generalmente una persona insicura e ansiosa, la cui bassa autostima si manifesta in modo passivo (timidezza, sensibilità) o attivo (irrequietezza, impulsività, comportamenti che causano tensione ed irritazione negli altri).

Perché la vittima diviene tale? Diverse sono le possibili motivazioni ed è poco utile generalizzare, tuttavia è interessante accostare il concetto di “istinto di sopravvivenza” a queste dinamiche. Sin da piccoli disponiamo di strategie di auto-protezione, derivanti da un istinto di sopravvivenza, che ci permettono di rispondere alle provocazioni. Può accadere che ad un certo punto la nostra abilità di fronteggiare adeguatamente i soprusi venga a mancare: non ci sentiamo abbastanza forti, crediamo che essere provocati e minacciati sia normale, riteniamo di non poter esporre il nostro punto di vista se diverso da quello altrui o siamo convinti di non poter cambiare la situazione in alcun modo (Impotenza Appresa, Seligman and Maier, 1976). Eccoci, perfette potenziali vittime.

Nei soggetti con Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA) l’insuccesso nell’apprendimento può portare a vissuti di sfiducia, calo dell’autostima, convinzione d’essere poco intelligenti o svogliati. Tale disagio può manifestarsi in modo depressivo (comportamento irritato ed evitante) o rabbioso (comportamento disturbante, oppositivo, aggressivo). Questi atteggiamenti contribuiscono a creare un circolo vizioso:

> BASSA AUTOSTIMA > DEPRESSIONE o RABBIA > ISOLAMENTO > BASSA AUTOSTIMA >

Tale funzionamento ricorda quello riguardante il bullismo e le vittime. In effetti, sebbene le ricerche siano ancora lontano da definire la direzione della correlazione, sembra che alcuni ragazzi con DSA siano più a rischio di bullismo proprio a causa della frustrazione dovuta al fallimento cronico (Fuller-Thomson & Hooper, 2014).

E’ scontato aggiungere che prima queste dinamiche vengono individuate, meglio è. Le conseguenze del bullismo sulla vittima, infatti, possono essere molto importanti: dal mal di pancia, i disturbi del sonno, il calo del rendimento scolastico e dell’autostima, sino ad arrivare a vere e proprie psicopatologie, abbandono scolastico e relazioni interpersonali povere e superficiali.

Vi sono alcuni indicatori ai quali prestare attenzione sapendo bene che nessuno di questi, da solo, è in grado di fare diagnosi! Ecco qualche esempio: il ragazzo viene preso di mira, presenta lividi o graffi, è coinvolto in litigi e non ha nessuno che lo difenda; fa frequenti richieste di denaro, dorme male, accusa piccoli malesseri; chiede di essere accompagnato o cerca la compagnia di un adulto durante l’intervallo; partecipa poco alle attività scolastiche, mostra scarsa concentrazione; si siede in disparte, non vuole andare a scuola; si mostra ansioso, angosciato, ha repentini cambi d’umore, ha scarsa autostima; ecc.

Cosa fare? Qualche utile indicazione per genitori ed insegnanti (Field, 2015):

  1. E’ vostra responsabilità acquisire consapevolezza rispetto al problema bullismo (non sempre è una ragazzata; non sempre i ragazzi devono cavarsela da soli, può accadere che non riescano a farlo)
  2. Non minimizzate il problema, ascoltate attivamente in modo da favorire il dialogo (evitate atteggiamenti punitivi o colpevolizzanti; evitate di giudicare: il bambino ha già ricevuto abbastanza giudizi dagli altri e da se stesso)
  3. Valorizzate la comunicazione tra famiglia e scuola
  4. Date spazio al vissuto emotivo di vostro figlio aiutandolo nel riconoscimento e nella gestione degli stati emotivi (“sembra che tu sia arrabbiato, ne vuoi parlare?”)
  5. Comunicate a vostro figlio che chiedere aiuto è un atto di coraggio ed è importante per fermare il comportamento del bullo
  6. Trovate una soluzione insieme (lavorare verso l’autonomia del bambino che non chiede di essere protetto ma di essere aiutato)
  7. Aiutate vostro figlio a migliorare le competenze comunicative e a prendere consapevolezza degli atteggiamenti che possono irritare o infastidire gli altri (questo gli permetterà di vedere la situazione come meno definitiva)
  8. Favorite momenti di socializzazione e promuovete attività extrascolastiche
  9. Confrontatevi con altri genitori
  10. Non avete paura di rivolgervi ad esperti. Sono lì apposta!

Tutte queste indicazioni contribuiscono a potenziare l’autostima del ragazzo, che si compone di due dimensioni: adeguatezza (idoneità ad affrontare situazioni e difficoltà) e auto-efficacia (percezione delle proprie capacità). La prima può essere potenziata lavorando sull’ascolto, sull’attenzione e sul sostegno; la seconda sul rinforzo positivo, sulla crescita continua (il vero limite è credere che esistano limiti), sulla progettualità (quali sono i miei progetti, i miei scopi?) e sulla motivazione.

Si tratta di un tema estremamente importante e complesso, dove il ruolo più importante è in mano a genitori e insegnanti. Proprio per questo motivo, stiamo organizzando incontri e laboratori di crescita in collaborazione con l’Associazione ONLUS Therapon per l’anno 2016/2017. A breve tutte le informazioni.

L’essenza dell’ottimismo non è soltanto guardare al di là della situazione presente, ma è una forza vitale, la forza di sperare quando gli altri si rassegnano, la forza di tenere alta la testa quando sembra che tutto fallisca, la forza di sopportare gli insuccessi, una forza che non lascia mai il futuro agli avversari, il futuro lo rivendica a sé.

(Bonhoeffer, D.)

Se avete richieste specifiche o domande non esitate a contattarci. Siamo qui per voi.

GAS Estate 2016

Buongiorno a tutti!

Con l’arrivo dell’estate il GAS ionoi Famiglia si riattiva!

I produttori disponibili per gli ordini sono i seguenti: Rosa Selvatica, La Saponaria, Biofficina ToscanaLady Futura e  Officina Naturae.

Per partecipare segui questi semplici passi:

  1. Invia una mail a ionoifamiglia@gmail.com scrivendo: “Sono interessato a ricevere i listini dei prodotti acquistabili per l’ordine Estate 2016“. In oggetto indica “GAS 2016”.
  2. Una volta ricevuti e consultati i listini, potrai inviare una mail a ionoifamiglia@gmail.com con l’elenco dei prodotti che intendi acquistare.
  3. Attendi la mail di conferma.
  4. Esegui un bonifico seguendo le istruzioni che riceverai nella mail di conferma, dove sarà indicato l’importo esatto comprensivo di tessera GAS (che permette di sostenere le spese gestionali ed organizzative del Gruppo d’Acquisto).
  5. Attenzione: il prezzo definitivo di acquisto sarà comunicato allo scadere del termine una volta raccolti tutti gli ordini (infatti, la scontistica sui prodotti e le spese di spedizioni variano a seconda degli ordini).

Attendiamo i vostri ordini per il GAS ESTIVO entro e non oltre il 7 Maggio!

Ciao a tutti!!

Laboratorio di Erboristeria Domestica con Isy

Poco tempo fa abbiamo organizzato il Laboratorio di Erboristeria Domestica, tenuto da Isy. E’ stato un incontro molto interessante, ricco di curiosità e spunti utili.

Visto il periodo, abbiamo pensato di riproporvi la ricetta per ridurre e curare la tosse:

Ingredienti:

  • 1 tazza di frutti di sambuco privati del picciolo
  • 3 tazze d’acqua
  • 1 tazza di miele vergine integrale, meglio liquido come Acacia e Castagno

Fare bollire dolcemente tutti gli ingredienti tranne il miele fino a quando il liquido sarà ristretto. Fare raffreddare, strizzare il composto e conservare il succo, che mischierete col miele e conserverete in frigo per l’inverno.

1 cucchiaio ogni 2-3 ore fino alla scomparsa dei sintomi

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Isy è docente di Erboristeria e Botanica e ricercatrice universitaria, blogger. Seguitela su:

www.isypedia.com
www.traccediclorofilla.com
http://greenme.it/spazi-verdi/clorofilla

NESSUNO FUORI. Incontro sul bullismo.

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Qual è il confine tra scherzo, presa in giro e bullismo? Quali sono i segnali ai quali bisogna prestare attenzione? Perché i ragazzi non si confidano con i genitori?  Cosa può fare un genitore che si accorge che qualcosa non va? Quando il genitore deve intervenire e quando, invece, l’intervento non è opportuno o potrebbe limitare l’autonomia e la crescita dei figli? Come può parlare a suo figlio? Bisogna denunciare il fatto? Come? Quali sono gli strumenti offerti dalla scuola?  Cosa può fare un insegnante?

Abbiamo deciso di parlarne perché spesso le esperienze sono vissute in totale isolamento e il solo riferimento al termine “bullismo” evoca un tabù o, per eccesso, una stigmate. Come professioniste, come genitori ed operatori a contatto coi minori, ci poniamo quotidianamente domande a tal proposito e sentiamo il desiderio di indirizzare correttamente questi interrogativi e di condividere risposte, vissuti, emozioni e paure di tanti genitori.

INGRESSO AD OFFERTA LIBERA

POSTI LIMITATI siete pregati di prenotare
ionoifamiglia@gmail.com
+39 370 3045259

Grazie a tutti