Tra fine gennaio e marzo 2019 si è svolto Tecnologie in famiglia, un ciclo di sei incontri promosso dal Comune di Reggio Emilia in collaborazione con l’Assessora Valeria Montanari, rivolto a genitori e figli per affrontare insieme temi legati all’utilizzo del web, dei social network e del digitale in genere.
Ecco alcuni spunti tratti dall’intervista di Reggio Ci Sa Fare
Da dove nasce l’idea di questo progetto?
La nostra associazione culturale e di promozione sociale è nata nel 2014 con l’obiettivo di offrire un supporto multi-professionale e multi-disciplinare, mettendo insieme le competenze delle tre fondatrici per affrontare le varie situazioni di crisi che si possono presentare nella quotidianità delle famiglie. Ad esempio le separazioni, il rapporto con i figli, il bullismo e anche il cyberbullismo. Il progetto “Tecnologie in famiglia”, in particolare, è nato in seguito ad alcuni laboratori svolti dal 2016 sui temi del digitale e del web. In quell’occasione ci siamo resi conto che esistevano diversi fenomeni da affrontare e che andava fatto con una certa urgenza, in un momento storico importante in cui si assiste a una rivoluzione silente. Pensiamo ad esempio agli aspetti delicatissimi relativi alla reputazione online o agli atteggiamenti violenti tenuti sui social media. L’approccio è approfondire i temi dell’educazione al digitale con particolare attenzione alla prevenzione di comportamenti illeciti e dare qualche strumento utile per sapere cosa fare nel caso si presentino delle criticità.
Perché nei vostri incontri adulti e ragazzi si ritrovano insieme?
Gli adulti si trovano in difficoltà nel gestire il gap generazionale con i figli, nativi digitali. Essi finiscono per avere un ruolo di “immigrati digitali” e si trovano sempre di rincorsa nel colmare la distanza con i più giovani. I ragazzi sono velocissimi con le tecnologie ma hanno soprattutto competenze tecniche ed emulano gli adulti fin dalla tenerissima età nell’uso dei dispositivi. Quello che manca loro, in questo ambito, sono invece le competenze emotive e valoriali. In genere l’atteggiamento degli adulti verso i figli che usano le tecnologie digitali è o di estremo permissivismo o di ansia che genera proibizione. L’adulto invece non può abdicare al proprio ruolo di guida e deve continuare a farlo anche su un terreno in cui non sempre è preparato, diventando anche educatore digitale per aiutare i giovani a usare le tecnologie in maniera critica, senza inutili proibizioni. Per questo abbiamo pensato che il modo migliore fosse fare incontrare le generazioni in occasioni in cui si dialoga molto e in cui si fanno anche esperienze coinvolgenti sia per gli adulti che per i ragazzi. Questa è la caratteristica che riteniamo più innovativa nel nostro progetto.
È stato raggiunto qualche risultato?
Si arriva sempre a cambiare qualche atteggiamento, da una parte e dall’altra. Ad esempio durante l’incontro dedicato ai videogiochi molti adulti hanno avuto la riprova che essi non sono necessariamente pericolosi e che, anzi, molto spesso stimolano ragionamenti e competenze. Molte convinzioni andrebbero abbattute ed esplorare insieme ai figli è la soluzione più opportuna. Una cosa che ci hanno detto diversi ragazzi dopo quell’incontro può dare l’idea delle conquiste che si possono ottenere: “Da quando giochiamo insieme è tutto molto più divertente”. C’è ancora tanto da fare ma pensiamo di essere sulla strada giusta perché i ragazzi hanno molta voglia di parlare di questi temi, se ascoltati senza pregiudizio. I nostri incontri sono l’occasione per fare tutto questo.
Non ci resta che ringraziare di cuore tutti coloro che hanno partecipato.
Un grazie particolare al Comune di Reggio Emilia, all’Assessora Valeria Montanari – che ha sempre trovato il tempo per aprire i nostri incontri, e a tutti i relatori: Lara Oliveti – co-founder, partner and CEO di Melazeta srl, azienda che produce videogiochi, tra le prime in Italia; Maria Rosaria Nardone – ricercatrice Università di Bologna, Dip. Scienze dell’Educazione; Nick Giacché – co-founder di Impact Hub RE, il co-working nato per primo a Reggio Emilia e centro di scambi culturali e professionali in ambito digitale; Matteo De Benedittis – insegnante scuola secondaria di II grado, autore; Nario Innella – insegnante responsabile per diversi anni del progetto Bullismo e Disagio; Enrico Marani – docente di Arte nella scuola secondaria di I grado; Ilenia Melli – docente di Matematica nella scuola di secondaria di I grado
Alla prossima!